Per molti anni le parole #benessere e #lavoro hanno avuto un unico punto di contatto nel concetto di salute strettamente definita, ovvero in tutta la sfera sanitaria che riguardava – per lo più- i mestieri esposti a rischi fisici di diversa natura.
Ora nessuno si sognerebbe di considerare la questione del benessere emotivo come un aspetto che non ha nulla a che fare con il lavoro.
È un tema di cui – negli ultimi anni – si stanno occupando anche le Aziende ma per chi lavora in proprio questo è stato – da sempre- un punto di attenzione personale.
L’ambiente di lavoro – fisico o virtuale che sia- è sempre una realtà fluida, complessa e ambigua: è abitata da mondi emotivi diversi quanti sono gli interlocutori che lo frequentano.
Che appartengano a clienti, colleghi, capi o fornitori questi mondi entrano spesso in collisione tra loro. E – talvolta- si scatenano tempeste solitarie anche all’interno del nostro stesso mondo emotivo.
La molteplicità degli stimoli, delle pressioni, degli imprevisti può “renderci la vita difficile”.
Soprattutto in alcuni periodi.
E cosi ci alziamo di pessimo umore, ci trasciniamo alla scrivania e dopo mezz’ora vorremmo andarcene e piantare tutto.
Così come facciamo per la nostra forma fisica o la nostra alimentazione, ci sono delle buone abitudini di fitness emotivo che possono aiutarci a prenderci cura del nostro benessere emotivo.
Non aspettiamo che siano gli altri a prendersi cura di noi.
Conosci il tuo stress
Quando parliamo di stress entriamo in una prospettiva totalmente individuale.
Se abbiamo le idee abbastanza chiare su cosa significhi sentirci stressati, le situazioni in cui questo ci capita sono veramente molto variegate.
Si tratta della mole di lavoro di cui occuparci?
Delle persone con cui lavoriamo?
Delle scadenze da rispettare?
Siamo stressati quando lavoriamo in gruppo oppure quando lavoriamo da soli?
Preferiamo un ambiente o una situazione in cui accadono molte cose o abbiamo bisogno di momenti lenti e tranquilli?
Fin dai tempi della scuola – ad esempio – io mi sono sempre trovata meglio a studiare da sola anziché in gruppo. Studiare da sola e in silenzio mi consentiva un’ottima concentrazione e di proseguire rapidamente senza distrazioni.
Pur apprezzando la compagnia dei miei compagni, lo studio di gruppo rappresentava per me una situazione “impegnativa” che mi lasciava sempre poco soddisfatta.
Certo, non posso definirla una situazione stressante ma – spesso – lo stress è determinato dalla somma contemporanea di molte situazioni che consideriamo “impegnative”.
Noi siamo tutti diversi e c’è bisogno di comprendere che cosa esattamente ci causa stress.
La consapevolezza è un elemento essenziale per un’efficace gestione emotiva: se non sappiamo di che cosa abbiamo bisogno, non potremo fare ciò che ci porta benessere.
Impara a dire no
Molti di noi pensano – o sono stati “aiutati” a pensare– che dire di no significhi non essere dei bravi colleghi o dei bravi professionisti.
Eppure, tutti siamo consapevoli che “dire di no” è uno strumento utile in diverse situazioni, sia per la gestione del proprio #tempo che delle proprie #energie.
È di fondamentale importanza che le persone con cui lavoriamo – qualunque ruolo ricoprano- sappiano quando siamo arrivati al nostro limite.
Ed è altrettanto importante circostanziare il nostro dire di no: potrebbe trattarsi di un no-sul-contenuto (ovvero “non mi occupo di questo tipo di pratiche”) oppure di un no-contingente (esempio “in questo momento la mia agenda è piena e non mi è possibile accettare altri incarichi”).
Comunicare correttamente il nostro rifiuto (e rendere evidenti le conseguenze negative di una nostra accettazione) può evitare molti spiacevoli fraintendimenti e farci guadagnare rispetto e considerazione da parte dei colleghi, del manager o dei clienti.
Stabilisci dei confini e proteggili
Amo da sempre gli orizzonti aperti e la libertà di movimento.
Ma vivere e collaborare con altri significa – innanzitutto – guardarsi allo specchio e fare pace con i propri limiti.
Tutti noi abbiamo bisogno di porre dei limiti e di fare in modo che gli altri comprendano chiaramente quali siano.
Hai bisogno di continuità e concentrazione?
Se stai lavorando su un progetto importante, con una scadenza ravvicinata, comunicalo agli altri e ringraziali anticipatamente per il loro aiuto a focalizzarti su questa attività, fino al suo completamento.
Incoraggia gli altri a fare lo stesso quando si troveranno nella stessa situazione.
Vuoi prenderti un momento tranquillo per riprendere fiato e ricaricarti?
Lascia che gli altri lo sappiano: sarà chiaro che non gradirai essere interrott* durante questo tempo, a meno che non si tratti di emergenze.
Preserva le tue energie
Ci sono persone che, al lavoro, sono in grado di drenare le tue energie.
È importante imparare a riconoscere e gestire le persone difficili, cioè quelle che ti creano confusione, ti innervosiscono o che ti mettono di cattivo umore – e anche qui ci muoviamo nell’abito della soggettività: “Ma come fa Adele ad andare cosi d’accordo con Tommaso? Io lo trovo insopportabile!!!” –
Non subire passivamente la situazione: alla lunga potrebbe diventare veramente dannoso per te e per la tua emotività.
Prova – piuttosto- a “limitare il danno” e a trovare delle vie d’uscita (alle volte anche quelle fisiche funzionano benissimo!).
Se ti è possibile, cerca di limitare le interazioni con le persone difficili allo stretto necessario (senza trascurare i risultati richiesti!)
Quando ti trovi ad interagire con loro, evita di parlare di questioni personali o di argomenti particolarmente sensibili per te: dalla politica alla famiglia, alla tua opinione sulle nuove strategie aziendali…
Ingaggiarsi in dibattiti di opinione infiniti – specie su questioni di principio – può bruciare le nostre energie nel presente e rendere più complicato lavorare con loro nel futuro .
Hai mai pensato che anche tu, per qualcuno, potresti essere una persona difficile?
Chiedi aiuto
Non c’è alcun merito nel diventare un eroe o un martire.
A dispetto di convinzioni e stereotipi ben radicati, il sacrificio è un valore professionale solo quando non è assoluto.
Potremmo discutere lungamente di quest’affermazione – magari ci scriverò un articolo dedicato, perché no?– ma mi limito a farti riflettere sul fatto che il sacrificio può avere una sua efficacia solo se ha un orizzonte temporale e un obiettivo ben definito.
Chiedere aiuto quando ne hai bisogno non è un segno di debolezza, ma è l’indicatore di una buona confidenza con te stess* e di fiducia nei confronti dei colleghi.
Se lavori come freelance può sembrare più complesso, ma c’è sempre la possibilità di ricevere supporto ( anche su attività parziali ) o di delegare segmenti di lavoro ad altri professionisti.
Ecco perché costruirsi un network di fiducia è così importante: potremmo avere bisogno dell’aiuto di altri. E – spesso – da situazioni di necessità impreviste possono nascere delle collaborazioni generative che diventano stabili.
Ringrazia di cuore e offriti sempre di ricambiare quando ricevi aiuto.
Accetta tutte le tue emozioni, ma scegli quelle a cui dare attenzione
I sentimenti sono come le onde. Non possiamo fermarle,
ma possiamo scegliere quali cavalcare
Jörgen Mårtensson
Le emozioni non sono buone né cattive. Dipende da cosa scegliamo di farne.
Tentare di negare (o rimuovere) le emozioni negative è uno spreco di energie senza senso.
Lascia che fluiscano e che si consumino, senza concentrare troppo la tua attenzione.
Se stai provando delle emozioni positive – al contrario- puoi prolungarne l’effetto, focalizzandoti su quelle, in modo da amplificarne l’effetto.
Quando le cose non vanno, tratta te stess* con gentilezza
Quando ti sei impegnat* al massimo e le cose non vanno come avevi pianificato, ricordati di essere gentile con te stess*.
Non giudicarti e non recriminare colpe presunte per gli errori che puoi aver commesso.
Chiediti – piuttosto – come puoi utilizzare l’esperienza per migliorare nel futuro.
Ricordati che anche le persone di successo hanno fallito, spesso molte volte, prima di raggiungere il successo.
Considera le tue cadute come episodi temporanei e non come indicatori del tuo valore come persona.
Da quale esercizio vuoi iniziare per il tuo fitness emotivo?
Grazie mille per questi suggerimemti di fitness emotivo.
Ho avuto modo di realizzare che alcuni li applico già da tempo, altri sono sicuramente da prendere in considerazione d’ora in avanti.
Stammi bene!